Una nuova economia per tutti
di Valentino Bobbio –
L’impresa è uno strumento potente, che genera reddito, occupazione, innovazione e ci offre beni e servizi di cui abbiamo bisogno. Il mercato è il luogo che permette – attraverso l’incontro tra domanda ed offerta – la soddisfazione dei bisogni e la scelta dei beni da produrre.
Un’economia che distrugge
L’economia è per l’uomo, strumento di emancipazione dai bisogni fondamentali, strumento di libertà; e allora perché sta invece diventando strumento di distruzione sociale e dell’ambiente? “Un vecchio e un bambino si preser per mano”, così Francesco Guccini racconta di un futuro in cui non ci sono più alberi, campi di grano, fiori, frutti e colori, solo torri di fumo… Ed il ricordo di un mondo che non è più sembra ormai una favola, un sogno. Tornando in un posto dove siamo stati bambini, molte volte lo troviamo stravolto, cementificato, rovinato. E siamo solo all’inizio; il cambiamento climatico indotto dall’uomo, oltre a stravolgere le stagioni, promette distruzioni ancora maggiori della ricchezza della vita. Ormai 4 specie su 10 vegetali ed animali che vivevano in Europa sono perse per sempre; nessuno le vedrà mai più. E dal punto di vista sociale le nostre società sono sempre più polarizzate: chi vive di troppo nel mito dell’arricchimento continuo, a fronte dei barboni, dei disoccupati, di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese. Le nostre città due decenni fa non erano così degradate e disperate.
L’impresa è uno strumento potente, che genera reddito, occupazione, innovazione e ci offre beni e servizi di cui abbiamo bisogno. Il mercato è il luogo che permette – attraverso l’incontro tra domanda ed offerta – la soddisfazione dei bisogni e la scelta dei beni da produrre.
L’economia, attraverso le imprese, oltre a rispondere ai bisogni del presente deve essere attenta al futuro dei nostri figli. Troppo spesso l’economia guarda all’oggi o al massimo ad un domani vicino, mentre quando opera in maniera responsabile pensa anche al futuro più lontano. Non voglio domani prendere per mano i miei nipotini e raccontare loro un mondo che non c’è più perché noi lo abbiamo distrutto.
Per un’economia volta al futuro
L’economia e la gestione d’impresa responsabili e sostenibili sono attente a non ledere né l’ambiente né la dimensione sociale. Molte imprese ne sono consapevoli, e vogliono essere luoghi sereni di lavoro – in cui chi lavora è rispettato ed ha dignità – e produrre beni e servizi nel rispetto dei diritti delle persone vicine e lontane; non vogliono strozzare i fornitori, ma scelgono invece di crescere insieme con loro cooperando e coprogettando; si impegnano per ridurre l’impatto sull’ambiente, la qualità dell’ aria, il consumo di acqua, suolo e risorse, progettando i prodotti anche in funzione del loro riciclo.
Queste imprese pensano sia al presente che al futuro, e vogliono che i nostri figli abbiano un mondo come quello che abbiamo conosciuto noi, non come il povero bambino raccontato da Guccini. I poeti ci mettono in guardia con la loro lingua affilata che punge, che fa male, per aiutarci a ripensare a quello che vogliamo veramente. Il tempo dell’economia è operare oggi pensando al futuro; se noi siamo responsabili contribuiamo a costruirlo con i nostri comportamenti quotidiani di acquisto e risparmio: come dice Leonardo Becchetti*, se le imprese sono l’offerta di prodotti e di servizi, il mercato siamo noi 1, e dunque dobbiamo far valere la nostra forza e costringere dal basso le imprese a modificare le loro strategie. Se non compriamo, le aziende devono domandarsi che cosa è veramente importante per noi. E’ il mercato, e quindi noi se consapevoli, che orienta e guida le imprese!
Le imprese virtuose hanno bisogno del nostro aiuto: se noi le premiamo con le nostre scelte di acquisto e di risparmio, anche a costo di pagare qualcosa di più, possono non delocalizzare, pagare il giusto salario, usare materie prime che non strozzino il terzo mondo, progettare beni più sani ed a basso impatto ambientale.
L’economia di oggi è nelle mani dei cittadini che guardano al loro futuro ed a quello dei loro figli. Noi possiamo rendere conveniente alle imprese adottare un comportamento sostenibile, ossia assicurare l’equilibrio economico e la redditività (sostenibilità economica), il rispetto della dimensione sociale dei lavoratori, della collettività locale, dei fornitori di materie prime e di manufatti (sostenibilità sociale), la tutela delle risorse ambientali attraverso bassi consumi di risorse, emissioni limitate, progettazione del ciclo di vita evitando di produrre rifiuti inquinanti (sostenibilità ambientale).
La sostenibilità economica è essenziale per la vita dell’impresa, che per essere orientata al futuro deve avere una gestione oculata ed attenta, con visione di lungo termine dei bisogni da soddisfare, capacità di ascolto e di rapporto con i mercati, grande qualificazione delle capacità professionali interne orientate all’innovazione, capacità amministrativa e di gestione economica e finanziaria.
La sostenibilità sociale esige un atteggiamento di rispetto e di dialogo con le persone vicine e lontane, consapevoli che questo ha un costo rilevante in termini economici e di attenzione, ma comporta i vantaggi di un clima aziendale sereno ed impegnato, una credibilità dell’azienda presso gli interlocutori, un minore rischio di vulnerabilità strategica, come mostrano molte ricerche ed anche la mia esperienza in azienda.
La sostenibilità ambientale è la grande sfida che grava su tutti noi: viviamo sopra le nostre possibilità, consumando risorse delle generazioni future, inquinando, generando una pericolosa perdita di biodiversità, ed un cambiamento climatico distruttivo sostanzialmente irreversibile; ed infatti pensiamo a come conviverci parlando di strategie di mitigazione dei suoi effetti. L’azienda sostenibile ripensa radicalmente beni e servizi offerti, li riprogetta per consumare sempre meno risorse, riciclare sempre di più, ridurre sempre più le emissioni.
La nostra forza, le scelte di acquisto e di risparmio
L’azienda sostenibile sa dialogare con tutti gli interlocutori, e non solo con gli azionisti possessori del capitale, che nell’attuale turbo-capitalismo, spesso pretendono di condizionare le strategie aziendali per ottenere profitti sempre crescenti, incuranti degli effetti sociali e ambientali.
I cittadini possono contrastare le imprese non sostenibili non comprando da loro, non sottoscrivendo le loro azioni o i loro prestiti obbligazionari, ma possono invece premiare con il loro denaro, con la capacità di acquisto e di risparmio, le imprese impegnate in un percorso di sostenibilità. Noi siamo il mercato! Noi siamo responsabili degli effetti dei nostri acquisti, e dunque della sostenibilità delle imprese che scegliamo.
Come cittadino pago e pretendo! Voglio che le aziende guardino al futuro mio e dei miei figli e nipoti, e che mettano questo tra i loro costi. Se un numero significativo di noi premia con il comportamento d’acquisto e di risparmio le imprese sostenibili, rendiamo conveniente la loro attività e mettiamo in difficoltà le imprese insensibili. Queste, allora, verrebbero forzate dai cittadini – per restare sul mercato – ad intraprendere un percorso di sostenibilità, anche obtorto collo. Ma dobbiamo prestare attenzione alle pratiche di green washing, ossia di falsa sostenibilità, finalizzate a dare solo una verniciata superficiale di tipo ambientale e sociale.
Le imprese sostenibili fanno del dialogo con i cittadini una grande occasione per migliorare continuamente, attraverso la trasparenza delle loro strategie di sostenibilità, ed accettano che i cittadini vigilino con il sostegno di esperti. Ma vi è il bisogno di uno spazio di dialogo e di confronto. NeXt Nuova economia per tutti ha costruito una piattaforma che è una piazza aperta a tutti, uno spazio di dialogo per le imprese sostenibili e per i cittadini, che potete trovare su nexteconomia.org.
* Leonardo Becchetti, Il mercato siamo noi, Bruno Mondatori, Milano 2012.