XXVI Congresso Nazionale del Movimento Federalista Europeo
Milano, 22-24 marzo 2013
di Livia Liberatore GFE Roma-
Lib21 non dà spazio, generalmente, alle iniziative che vengono prese da organizzazioni politiche e sindacali. In questo caso, ci è sembrato utile fornire ai nostri lettori una concisa informazione su di un movimento che non è certo sotto i riflettori in questo momento, ma porta avanti una battaglia che anche a noi sta molto a cuore, quella per un’Europa federalista e democratica, un’Europa dei popoli e non solo delle imprese e delle banche.
Dal 22 al 24 marzo si è tenuto a Milano il 26° Congresso dell’MFE. Nella mattina di venerdì 22 marzo presso Palazzo Marino c’è stata la cerimonia per la celebrazione dei settant’anni dalla nascita del Movimento, fondato a Milano nel 1943 per iniziativa di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi ed altri personaggi della Resistenza, cui subito si unirono protagonisti della cultura e della politica italiana, tra i quali Leone Ginzburg, Manlio Rossi Doria, Vittorio Foa e Ludovico Belgioioso.
Vi sono stati interventi delle istituzioni e di esponenti del mondo politico e culturale volti ad esprimere l’appoggio all’obiettivo del Movimento Federalista Europeo, che è stato fin dalla sua nascita la creazione degli Stati Uniti d’Europa.
Nel pomeriggio di venerdì si sono aperti i lavori del Congresso, con la relazione del Tesoriere Claudio Filippi, del Presidente Lucio Levi e del Segretario Franco Spoltore. In seguito, i partecipanti si sono divisi nelle cinque commissioni, ognuna delle quali affrontava temi di discussione importanti per decidere la linea politica del Movimento:
Commissione I – I PROBLEMI DELLA FEDERAZIONE NELL’UNIONE
Introduzioni di Roberto Castaldi, Pier Virgilio Dastoli, Paolo Ponzano, Giulia Rossolillo.
Commissione II – L’UNIONE FISCALE ED ECONOMICA DELL’EUROZONA PER UN
NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
Introduzioni di Alberto Majocchi, Domenico Moro, Antonio Mosconi, Simone Vannuccini.
Commissione III – L’EUROPA, IL MEDITERRANEO E IL MONDO
Introduzioni di Sante Granelli, Alfonso Iozzo, Carlo Maria Palermo.
Commissione IV – L’ITALIA E L’UNITA’ EUROPEA
Introduzioni di Paolo Acunzo, Antonio Longo, Sergio Pistone.
Commissione V – MFE: RUOLO ED ORGANIZZAZIONE
Introduzioni di Giorgio Anselmi, Grazia Borgna, Federico Butti, Nicola Vallinoto.
Nella prima Commissione il dibattito ha riguardato il tema della Federazione in una UE alquanto bloccata. La seconda Commissione si è concentrata sugli aspetti economici, tanto attuali in questo momento di crisi internazionale. La terza Commissione ha voluto affrontere i temi di quella “quarta” sponda del Mediterraneo che chiede un aperto dialogo con l’Europa e il mondo. La quarta Commissione ha trattato di come, nell’attuale contingenza nazionale, si possa incidere sul governo e sull’opinione pubblica per riportare i valori della Federazione europea all’attenzione di tutti. Le due esponenti della GFE romana (Margherita de Candia e Livia Liberatore) hanno partecipato ai lavori della quinta commissione, in cui si è dibattuto il ruolo e l’organizzazione del Movimento, in un momento in cui il sentimento di cittadinanza europea sembra venir meno.
Nella giornata di sabato si sono svolti i lavori in plenaria, con molti interventi degli iscritti (fra i quali vorrei sottolineare quello di Angelo Ariemma sulla necessità di una comunicazione più aperta del Movimento). Nel dibattito sono emerse posizioni diverse, in particolare sui seguenti punti: opportunità di creare la Federazione a partire dall’Eurozona, che dovrebbe dotarsi di un proprio bilancio e di istituzioni più specificamente federali, a cui, quando vorranno, potranno aderire gli altri Stati membri dell’UE. Molto si è dibattuto anche se agire sull’attuale Parlamento europeo, affinché vari una Convenzione costituente, oppure puntare sulle elezioni del 2014, che siano vere elezioni europee che diano mandato costituzionale al nuovo Parlamento europeo.
Il tema su cui in particolar modo si è incentrato il dibattito, tuttavia, ha ruotato attorno al metodo da adottare per raggiungere il comune obiettivo della Federazione Europea e sul ruolo che deve avere il nostro Movimento nel guidare la proposta federalista. Secondo il discorso tenuto dal Segretario Franco Spoltore, il Movimento deve avere a cuore la sua autonomia culturale e organizzativa. Ciò significa che non dovrebbe “contaminare” e “contaminarsi” con altre associazioni e organizzazioni, come invece è sostenuto da un’altra parte del Movimento. Secondo la Direzione in carica, il Movimento deve mantenere ben salda la sua identità e specificità, evitando quella che da Spoltore è definita “demagogica omologazione organizzativa del MFE ad altri movimenti”. Questo perché il Movimento è nella fase di “preparazione del momento dell’incandescenza” e dunque, in questa fase, non dovrebbe ancora diventare un Movimento di massa ben visibile, ma preparare l’introduzione nella storia del germe innovatore.
La delegazione romana (le cui posizioni, vorrei sottolineare, erano il frutto di un dibattito interno sentito e partecipato, portato avanti soprattutto all’interno del gruppo di lavoro sulla mozione Levi-Spoltore, riunitosi più volte nei mesi precedenti) ha espresso una posizione diversa sulla questione, poiché ritiene che sia necessaria un’apertura del Movimento ai cittadini, e che sia indispensabile un’azione volta a riconciliare il “cittadino che cammina per la strada” (se non vogliamo usare il termine abusato di “società civile”) con il progetto europeo. Questo è fondamentale in un momento storico in cui spesso si nota una disaffezione o comunque un’indifferenza dei cittadini europei verso la comune casa europea. Avere un sostegno popolare al Movimento è davvero importante perché altrimenti si rischierebbe di procedere da soli verso la Federazione, senza una vera partecipazione democratica, per poi vedere respinti indietro tutti quei bellissimi progetti, perché fra i cittadini non si è ancora sviluppata la debita consapevolezza della necessità di creare gli Stati Uniti d’Europa. Per creare l’incandescenza, bisogna raccogliere prima la legna da ardere, perché se quella legna non c’è oppure è ignifuga, non c’è verso che la scintilla riesca a diffondersi.
Il dibattito è stato proficuo e utile per la crescita del Movimento e non ha di certo messo in discussione l’unità del MFE nell’obiettivo comune della Federazione Europea. Tanto che, quando Lucio Levi ha annunciato che il Presidente del Consiglio incaricato Pierluigi Bersani avrebbe ricevuto il Movimento per le consultazioni per la formazione del nuovo governo, tutta l’aula è esplosa in un applauso soddisfatto ed emozionato.
La domenica mattina si sono svolte le votazioni sulla Mozione di politica generale presentata dalla Direzione uscente, con gli emendamenti proposti dalle delegazioni del Lazio e della Liguria. Dopo sempre vive discussioni dei presentatori degli emendamenti e della Direzione, la Mozione generale, arricchita di significativi emendamenti, e altre mozioni specifiche, è stata approvata a maggioranza. Tutta la documentazione è consultabile sul sito del Congresso http://www.mfe2.it/congresso2013/Documenti.html
In particolare il Congresso ha sollecitato tutti gli iscritti a impegnarsi per raggiungere il quorum di firme e di Stati aderenti a favore dell’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) Per un piano europeo straordinario di sviluppo sostenibile e per l’occupazione, che il MFE ha promosso, in base a questa nuova opportunità democratica fornita dal Trattato di Lisbona.
Con la conferma di Lucio Levi alla Presidenza, di Franco Spoltore alla Segretaria nazionale e di Claudio Filippi come Tesoriere, il Congresso ha chiuso i suoi lavori, e ci siamo dati appuntamento per la manifestazione promossa l’11 maggio 2013 a Firenze, in occasione della conclusione della “Settimana europea” lì organizzata.
Alla mia prima esperienza di un Congresso Nazionale, vorrei riportare l’emozione di alzare quel cartellino verde e votare (condivisa quella domenica mattina senz’altro anche da Elisabetta Lepri e Massimo Minnetti), in quanto prova di una democrazia vera – e faticosa – che poco ha a che fare con quella nuova propugnata democrazia in cui basterebbe premere un tasto del computer per prendere una qualsiasi decisione.