a cura di Redazione Valori –
E’ un cancro economico e politico che bisogna estirpare con interventi drastici, pena la credibilità e la sostenibilità del sistema economico. Un tema che dovrebbe stare in cima a qualunque agenda progressista, ma che spaventa. Beninteso, il problema non è la finanza, che svolge una funzione economica ineliminabile, ma il comportamento di una parte del mondo finanziario.
Nel 2011 l’industria finanziaria britannica ha sborsato in tutto 92,8 milioni di sterline (pari a 144 milioni di dollari) in attività di lobbying sulle autorità governative. Lo rivela un rapporto del Bureau of Investigative Journalism…
Nel 2011 l’industria finanziaria britannica ha sborsato in tutto 92,8 milioni di sterline (pari a 144 milioni di dollari) in attività di lobbying sulle autorità governative. Lo rivela un rapporto del Bureau of Investigative Journalism, riportato stamattina dall’agenzia Bloomberg.
A guidare tale classifica è la City of London Corporation, che ha speso 10,1 milioni di sterline: secondo l’associazione, l’ex Policy Chairman Stuart Fraser ha avuto contatti con George Orsborne e altri esponenti di spicco della politica per ventidue volte fra il mese di gennaio del 2011 e il mese di marzo del 2012. Ma nel solo Regno Unito le organizzazioni che si occupano di lobbying per conto delle società finanziarie, a detta dello studio, sono 129; e impiegano più di 800 persone. Sarebbero oltre 120 i membri della Camera dei Lord che hanno contatti diretti con il mondo della finanza.
Si tratta della prima volta in cui il Bureau pubblica una stima annuale di tali spese, elaborata tramite documenti ottenuti dal Tesoro, dalla Financial Services Authority, dalla City of London Corporation e dalla British Bankers’ Association. «In un periodo di austerità – ha dichiarato tramite una nota il direttore editoriale Iain Overton – le lobby della finanza sono riuscite ad assicurarsi agevolazioni di carattere fiscale e riscontri favorevoli a livello legislativo».
Tratto da Valori redazione@valori.it