di Salvatore Aprea –
Due secoli fa Charles Baudelaire scrisse “La vita della nostra città è ricca di soggetti poetici e meravigliosi. Siamo avvolti ed immersi come in un’atmosfera che ha del meraviglioso, ma non ce ne accorgiamo”. Questa frase suona come una presa in giro per molte delle nostre città ma sembra adatta, almeno in parte, per diverse metropoli in giro per il mondo. Intendiamoci, l’Eden non c’è, anche le città più virtuose non sono certamente i luoghi più verdi della Terra e alcune hanno ancora una lunga strada da percorrere lungo il sentiero della sostenibilità, ma alcune meritano un riconoscimento per avere fatto notevoli progressi verso l’eco-compatibilità, aiutando i loro abitanti a vivere una vita migliore e più verde.
Come una sorta di Phileas Fogg, il protagonista del romanzo di Jules Verne “Il giro del mondo in ottanta giorni”, circumnavigheremo virtualmente il globo per “visitare” alcune località dove le amministrazioni stanno adottando politiche ecosostenibili.
In giro per la vecchia Europa….
Per proseguire nella metafora, cominciamo con Londra, Quando il sindaco Ken Livingstone – primo cittadino della capitale di Sua Maestà fino al 2008 – presentò il “Climate Change Action Plan”, compì solo l’ultimo passo nella direzione per rendere la sua città la più verde al mondo. Il piano, punta a trasferire il 25% della sua capacità di generazione elettrica a fonti più efficienti, riducendo le emissioni di CO2 del 60% entro i prossimi 20 anni, e offre incentivi ai residenti che miglioreranno l’efficienza energetica delle loro case. Sono inoltre stabilite severe imposte sui mezzi di trasporto privati per limitare la congestione nel centro della città, colpendo pesantemente i SUV ma non i veicoli elettrici e ibridi.
Il trasporto è anche una delle chiavi del programma di Barcellona, Apprezzata per l’estensione della sua rete pedonale (il 37 % dei percorsi sono pedonali), la promozione dell’energia solare e le innovative strategie di parcheggio, la città catalana sta creando una nuova visione del futuro in Europa. Il piano della città leader nella rigenerazione urbana, prevede anche la riduzione della povertà e investimenti nelle aree abbandonate, dimostrando una visione olistica della sostenibilità.
La sensibilità verso uno sviluppo sostenibile si riscontra soprattutto in Nord Europa. In Germania – ad esempio a Friburgo, meta turistica con un’anima verde che abbraccia da tempo l’energia solare e sede del famoso quartiere senza auto Vauban – ma soprattutto nei Paesi Scandinavi.
Copenaghen, dispone di un grande impianto eolico al largo delle sue coste e un gran numero di persone circolano in bicicletta. La città ha inaugurato un nuovo sistema di metropolitana nel 2000 per rendere il trasporto pubblico più efficiente. Inoltre nel 2006 ha vinto il Premio Europeo di Gestione Ambientale per la pulizia delle vie d’acqua pubbliche e l’implementazione di una pianificazione ambientale olistica a lungo termine.
Stoccolma ha vinto il titolo di “Capitale verde europea 2010”, grazie ai suoi interventi a lungo termine a favore dell’ambiente, fra cui un eccellente sistema integrato di smaltimento dei rifiuti che utilizza soluzioni innovative per il trasporto dei rifiuti solidi, quali un impianto pneumatico sotterraneo che consente elevati livelli di riciclaggio. Il 25% dei rifiuti prodotti in città, infatti, viene riciclato e oltre il 73% è utilizzato a fini energetici. Rimanendo in Svezia, Malmoe, terza città del Paese nota per i suoi parchi e spazi verdi, è un modello di sviluppo urbano sostenibile. Con l’obiettivo di renderla una “ekostaden” (eco-città), diversi quartieri sono già stati trasformati utilizzando un design innovativo e progettati per diventare sul piano sociale, ambientale ed economico più dinamici. Spostandoci ancora più a Nord, a per le strade circolano autobus a idrogeno ed un edificio appariscente come il Perlan, grazie ad un enorme serbatoio di acqua bollente sotto una cupola di vetro, riscalda le case, fornisce l’acqua calda e in inverno riscalda le strade e i marciapiedi. Il calore e l’elettricità, come per il resto del Paese, provengono da fonti rinnovabili geotermiche e idroelettriche, ma la capitale islandese – come Stoccolma – punta a diventare indipendente dai combustibili fossili entro il 2050.
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