di Lapo Berti –
Il tema della disuguaglianza economica e sociale sarà al centro della fase politica che si apre, in tutti i maggiori paesi del mondo, dopo la crisi finanziaria e la fase depressiva che ne è scaturita.
Sono troppo evidenti a tutti, non solo agli indignati, gli effetti perversi e intollerabili che l’insufficiente regolazione economica e l’assenza di regolazione sociale hanno generato negli ultimi due decenni. Anche coloro che ne hanno beneficiato e continuano e beneficiarne si renderanno conto, prima o poi, che le situazioni economiche e sociali caratterizzate da un eccesso di disuguaglianza sono insostenibili, sia economicamente che socialmente.
Lo stato-mercato, che si è sostituito allo stato-nazione, cui, nel bene e nel male, dobbiamo l’unica vera fase di progresso economico e sociale vissuta nell’ultimo secolo, non è stato in grado di vedere e di contrastare il degrado sociale che è conseguito all’eliminazione di ogni vincolo alle disparità di reddito e di ricchezza. In nome di una presunta capacità di autoregolazione dei mercati che non è mai esistita, se non nella testa degli economisti e dei politici cui va attribuita la responsabilità del disastro prodotto dall’ondata del neo-liberismo stupido, si è lasciato che le imprese, specialmente quelle “troppo grandi per fallire”, portassero a livelli inverosimili i compensi per i loro manager “canaglia”. Il risultato è stata una brusca e marcata inversione di quella tendenza che si era affermata agli albori del capitalismo verso un accorciamento delle distanze fra i più ricchi e i più poveri.
Se n’è accorto un think tank inglese di orientamento ambientalista, ma impegnato, più in generale, a promuovere la qualità della vita, il NEF (New Economic Foundation), che ha lanciato una sorta di manifesto per porre al centro dell’attenzione il problema della disuguaglianza economica, che riteniamo utile riprodurre.
NEF
Dieci ragioni per preoccuparsi della disuguaglianza economica
La disuguaglianza conta. Spesso sentiamo i politici parlare di “affrontare la povertà” e della necessità di migliorare la “mobilità sociale” , ma la disuguaglianza economica è al centro di entrambi questi fenomeni e di molto altro.
Ecco dieci buoni motivi per preoccuparsi della disuguaglianza economica (senza un ordine particolare):
1. Le vostre tasche. Come esseri sociali ci paragoniamo costantemente con gli altri, specialmente con quelli che stanno meglio. Nel tentativo di tenere il passo con quello che i ricchi hanno, consumiamo anche in eccesso le risorse delle nostre famiglie e ci indebitiamo.
2. Il vostro talento (e, di nuovo, le vostre tasche). I ricchi hanno più garanzie quando investono nella propria istruzione e nelle proprie idee. Poiché nelle università migliori c’è solo un ristretto numero di posti, questo mette al riparo il loro successo, e lascia meno spazio al vertice per tutti gli altri.
3. L’economia (e le vostre tasche per la terza volta). La disuguaglianza è un male per l’economia. Incide sulle entrate fiscali, sull’imprenditorialità, ed è stata uno dei motivi principali del disastro finanziario.
4. I vostri figli. La disuguaglianza sociale impedisce la mobilità perché quelli che sono in vantaggio possono comprare vantaggi per i loro figli.
5. Le vostre strade. La disuguaglianza sgretola i legami all’interno delle comunità e fra di esse. Ricchi e poveri vivono in quartieri diversi e vanno in scuole diverse. Questo crea tra di loro una distanza che genera diffidenza, conflitto sociale e criminalità.
6. La vostra salute. La disuguaglianza stimola l’ansietà rispetto alla condizione sociale, la quale contribuisce alla cattiva salute.
7. La vostra felicità. La disuguaglianza concentra l’attenzione sul materialismo individuale, erodendo altri aspetti di una vita buona che sono cruciali per il benessere, come le relazioni e la coesione della comunità.
8. Il vostro pianeta. La disuguaglianza stimola i consumi a un tasso che il pianeta non può sostenere.
9. Il vostro governo. Il denaro è uguale potere. L’attività di lobbying politico fomentata da parte dei ricchi aiuta a ostacolare la redistribuzione e contribuisce a creare un deficit di democrazia.
10. Il vostro senso della giustizia. Alti livelli di disuguaglianza, soprattutto quando sono trasferiti alle generazioni future, sono intrinsecamente ingiusti. Questa ingiustizia nuoce alla reputazione del Paese e mina l’orgoglio civico e l’identità.