di Nicola Tranfaglia –
Un rapporto dell’OCSE attesta che la penisola è al primo posto tra i trentaquattro Paesi membri nella classifica sull’esposizione percepita di pubblici ufficiali e politici a fenomeni corruttivi. L’Italia è prima tra i 34 paesi OCSE per la percezione della corruzione, con un’ incidenza che sfiora il novanta per cento. Il dato è contenuto in una tabella del rapporto Curbing Corruption dell’organizzazione parigina secondo cui la penisola è seguita a ruota da Portogallo e Grecia.
Al contrario, la percezione più bassa si registra in Svezia sotto al 15%. Il non invidiabile primato di Roma rispecchia i risultati del Corruption perception index 2014 di Trasparency International che lo scorso dicembre collocava il nostro Paese al primo posto nel mondo per corruzione percepita. E arriva proprio nei giorni in cui, dopo 734 giorni di attesa da quando aveva presentato la proposta il presidente del Senato Grasso, il tormentato disegno di legge anticorruzione è approdato al Senato per la discussione in attesa del voto finale previsto per il primo giugno. Mentre il governo, dopo il nuovo scandalo, messo in luce dall’inchiesta SISTEMA, che ha portato in carcere il ras delle infrastrutture Ercole Incalza, ha avviato un piano per la legalità e la prevenzione dei fenomeni corruttivi nelle società partecipate dello Stato, delle regioni, delle province e dei comuni. Il costo delle truffe e della corruzione non è solo economico ma politico e istituzionale con seri risvolti per la legittimazione dell’apparato dello Stato e la capacità delle istituzioni di governo di funzionare in modo efficace.
Per l’OCSE c’è una forte relazione tra la corruzione percepita e la fiducia nel governo. Più alta è la corruzione percepita e più bassa diventa la fiducia nelle istituzioni. Dalla tabella contenuta nel documento citato emerge anche che in Italia la fiducia nel governo è superiore al 30 per cento, superiore rispetto a quella di Grecia, Portogallo, Spagna e Slovenia, dove la percezione della corruzione è tra l’80 e il 90 per cento. La correlazione inversa è però evidente per la Svezia che, a fronte di una corruzione inferiore al 15% fa registrare una fiducia nell’esecutivo superiore al 55%. Il Paese in cui il governo incassa il maggior credito di fiducia è la Svizzera con una percentuale vicina all’80%. Oltralpe la corruzione è percepita è intorno al 25%. La media OCSE è superiore al 60% per quanto riguarda la fiducia nei governi e inferiore al 60% per la percezione sulla corruzione. Devo dire che si volessero capire di più le ragioni del triste primato che caratterizza il Bel Paese bisognerebbe andare a scavare un poco più a fondo e verificare così i problemi che riguardano la scarsità, per non dire l’inesistenza, della tradizione civile degli italiani (su cui da Leopardi in poi tutti i grandi scrittori italiani hanno lasciato pagine memorabili) e la forza crescente, piuttosto che al tramonto, delle associazioni mafiose nazionali e straniere presenti nella penisola che sono tutte legate a qualche politico e fanno lucrosi affari con l’uno e con l’altro. Ma chi sulla stampa quotidiana e settimanale parla di queste cose? Quasi nessuno a voler essere buoni e non si capisce come se ne uscirà e quando. Non la nostra generazione – mi pare – né le due successive, forse i bambini che oggi non sono neppure arrivati a scuola.
Tratto da Nicola Tranfaglia