La pandemia ha reso visibile la dimensione globale in cui viviamo e palpabile quanto ciò che accade in un’altra parte del mondo inevitabilmente ci riguardi e molto più di prima. Il virus non ha risparmiato nessun continente, nessun Paese, nessuna nazione. Sarà lo stesso per gli effetti sociali ed economici della pandemia.
E’ apparso, però, anche evidente quanto il modo di affrontare un problema globale a livello locale possa fare un’enorme differenza, quanto le scelte e i comportamenti dei singoli e dei loro gruppi di appartenenza abbiano accresciuto o limitato il contagio. “Think global, act local”.
Glocalizzare può, dunque, diventare il nuovo modello di sviluppo con cui ripartire, ponendo nuovamente al centro delle scelte culturali e socio-economiche del prossimo futuro, l’individuo, la persona umana, il patrimonio locale. Il fondamento della società deve tornare ad essere la comunità legata a un territorio con le sue relazioni tra gli individui che la compongono, avendo sempre presente la dimensione planetaria in cui viviamo. Locale e globale possono coesistere.
E’ questa la sfida del nostro tempo: mantenere e valorizzare la varietà e la peculiarità delle realtà locali, allargando gli orizzonti e creando sinergie a livello mondiale.