Siamo tutti figli della propaganda secondo Noam Chomsky. La fabbrica del consenso è il metodo che dall’inizio del secolo scorso in tutti i regimi democratici è stato adottato dalla minoranza nei confronti della maggioranza.
La minoranza è rappresentata dalla cosiddetta classe specializzata di uomini responsabili, costituita da persone che analizzano, eseguono, prendono decisioni, gestiscono il sistema politico, economico e ideologico, e comprendono gli interessi comuni. La maggioranza, invece, è “ignorante” e “deficiente”, è il cosiddetto gregge smarrito, che svolge la funzione dello “spettatore”. Il gregge smarrito non partecipa all’azione ad eccezione delle elezioni, le uniche occasioni in cui viene loro concesso di dare il proprio appoggio a uno o all’altro dei membri della classe specializzata. Il compito della maggioranza si ferma lì, una volta dato l’appoggio alle elezioni di volta in volta a uno dei partiti esistenti (M5S, Lega, Forza Italia, Partito Democratico ed altro) che non costituiscono altro che fazioni dello stesso partito degli affari. La maggioranza dopo le elezioni deve farsi da parte e diventare spettatore dell’azione, rinunciando alla partecipazione. Come? Attraverso una sistematica operazione di distrazione, e il mezzo preferito per realizzarla resta la televisione, che favorisce l’isolamento. Soli davanti al televisore ad occupare la propria attenzione in cose insignificanti (campionato di calcio, film, sit-com ed altre trasmissioni), assorbendo il messaggio secondo cui l’unico valore che conta è possedere più beni e vivere come ricche famiglie borghesi. Obiettivo principale della propaganda è non permettere alcuna forma di organizzazione e di occasione in cui le persone possano confrontarsi tra loro, confrontare le proprie idee gli uni con gli altri. “La propaganda è per la democrazia quello che il randello è per lo stato totalitario”, così Chomisky spiega come anche in un regime democratico, in una condizione di cosiddetta libertà la maggioranza è controllata e condizionata nei suoi comportamenti. Questa è la concezione di democrazia che si è sviluppata nelle nostre società, in Occidente.
La situazione in cui viviamo oggi viene descritta molto chiaramente da Noam Chosmky attraverso il principio della rana bollita.
“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.
Questa esperienza mostra che – quando un cambiamento si effettua in maniera sufficientemente lenta – sfugge alla coscienza e non suscita – per la maggior parte del tempo – nessuna reazione, nessuna opposizione, nessuna rivolta.
Se guardiamo ciò che succede nella nostra società da alcuni decenni, ci accorgiamo che stiamo subendo una lenta deriva alla quale ci abituiamo. Un sacco di cose, che ci avrebbero fatto orrore 20, 30 o 40 anni fa, a poco a poco sono diventate banali, edulcorate e – oggi – ci disturbano solo leggermente o lasciano solo indifferenti la gran parte delle persone. In nome del progresso e della scienza, i peggiori attentati alle libertà individuali, alla dignità della persona, all’integrità della natura, alla bellezza e alla felicità di vivere, si effettuano lentamente e inesorabilmente con la complicità costante delle vittime, ignoranti o sprovvedute.
I foschi presagi annunciati per il futuro, anziché suscitare delle reazioni e delle misure preventive, non fanno altro che preparare psicologicamente il popolo ad accettare le condizioni di vita decadenti, perfino drammatiche.
Il permanente ingozzamento delle informazioni da parte dei media satura i cervelli che non riescono più a discernere, a pensare con la loro testa.
Allora se non siete come la rana, già mezzo bolliti, date il colpo di zampa salutare, prima che sia troppo tardi.”
Su questa riflessione torneremo in forma più approfondita in un prossimo articolo, nel frattempo cominciamo a pensare con la nostra testa e ad uscire dall’isolamento, prestando attenzione alle questioni che meritano di essere osservate e comprese. Perciò, “Se vogliamo capire la società in cui viviamo, dobbiamo riflettere su questi fatti”.