La neonata creatura del Signor Zuckerberg
“We will read a new book every two weeks and discuss it here. Our books will emphasize learning about new cultures, beliefs, histories and technologies. Suggestions for new books to read are always welcome. We ask that everyone who participates read the books and we will moderate the discussions and group membership to keep us on topic”. Mark Zuckerberg
Sarà per fascino dell’intelletto, fiuto commerciale o guadagno d’immagine, ma il Sig. Facebook ha deciso di inaugurare il 2015 con la creazione del caffè letterario globale “A year of books”
Lui è sfidante, forse anche troppo, come al solito: «Leggerò un libro ogni due settimane e lo potremo commentare assieme». Detto da un giovane signore che ha oltre 31 milioni di «amici» su Facebook, l’invito pare interessante. Si direbbe avveniristico in un Paese dove un italiano su due non legge neanche un libro all’anno. In poche ore gli hanno tributato oltre 142mila «mi piace», destinati a crescere. Eppure non è la popolarità dell’ideatore, Mr. Facebook l’elemento che più meraviglia di questa iniziativa, né la natura virtuale del caffè, – ne esistono vari, per es. Il Libraio. Quello che colpisce è la dimensione globale del “circolo”, l’apertura a esperti e non di letteratura e saggistica, il ruolo attivo di Facebook non solo nell’azione di proposta di testi da leggere, ma anche nell’azione di moderatore delle proposte di lettura e dei commenti e…, diciamolo pure, l’ingresso della carta stampata nella dieta mediatica degli iscritti a Facebook. Già, perché Mr. Facebook non ha parlato di e-books, ma di veri e propri libri (“books”). Quello che incuriosisce è dunque lo iato tra il mondo del digitale, che Mr. Facebook rappresenta e la carta stampata, forse troppo frettolosamente associata al ricordo del passato.
A ben guardare, c’è anche un altro diaframma: quello tra i tempi della comunicazione digitale, di chi è sempre “connesso” e quelli decisamente più lenti del pensiero organico, meditato, che una lettura attiva stimola e richiede. Al di là di ciò, un libro ogni due settimane potrebbe, a seconda della corposità del volume, richiedere un bell’impegno!
Il terzo spunto di riflessione, al quale questa riflessione invita riguarda il filtro editoriale che Facebook esercita sulla scelta dei libri e su quella dei commenti da pubblicare, sebbene tale selettività sia mitigata dall’accettazione di proposte di lettura degli iscritti.
Ad ogni modo, la selezione del primo libro da commentare è emblematica: “La fine del potere” di Moises Naim è un’analisi sui nuovi equilibri geopolitici, democratici, economici e sociali del globo, con passaggi riferiti anche al ruolo dei social networks.
Questo caffè letterario on line non avrà l’intensità degli sguardi, le tonalità di voce, la lingua dei suoi antenati reali a Saint Germain des Prés, ma avrà, a suo vantaggio, una scala d’azione globale, una possibilità di contatto, seppur solo virtuale, inimmaginabile anche solo dieci anni fa. Si tradurrà anche in un vantaggio per la comunità globale sezionale dei partecipanti? Ci darà uno spaccato di cultura e di formazione del pensiero ispiratori o risvegliatori di nuovi valori sociali o di vecchi valori e pensieri rielaborati nell’era del digitale?
Un serio in bocca al lupo a questa strana e neonata creatura del Signor Zuckerberg e alle sue potenzialità a lunga gittata, si direbbe oltre il solo e pur giusto utile di Facebook!