Priverno e le sue città
Priverno: il secondo appuntamento delle Passeggiate fuori porta ovvero il piacere della scoperta che può essere rivitalizzato partendo proprio dal piacere di camminare in antichi borghi e nel fermarsi ad osservare incuriositi il contesto urbano che ti circonda, nel procedere e ascoltare chi con entusiasmo e competenza racconta e svela i segreti di antiche città tutte da scoprire.
Il secondo appuntamento delle Passeggiate fuori porta è stato dedicato a Priverno. Questa scelta è maturata nel corso della ricerca (di cui si è parlato in https://www.lib21.org/passeggiate-fuori-porta/), trovando in questo nucleo urbano delle prospettive di studio che vanno oltre la canonica analisi che si può condurre su una città.
Priverno, per il suo ‘stare nel territorio’, offre molteplici chiavi di lettura, per nulla banali.
Questo ‘stare’ si può esprimere in vari modi. Non è legato esclusivamente alla posizione, ma si manifesta anche nella sua relazione con gli insediamenti vicini e nel lungo periodo che ne caratterizza la costante presenza e influenza.
Priverno, nelle sue diverse forme di ‘colonizzazione’ territoriale e con i suoi diversi nomi, appartiene ai Lepini da sempre: ne costituisce uno dei nuclei fondamentali. Inoltre presenta tutti quei problemi che possono diventare risorse in una ricerca.
Il fatto di vivere in un territorio fragilissimo, in rapporto con un sistema di cave che contemporaneamente forniscono una ricchezza ‘a pioggia’ e depauperano il territorio, crea una continua battaglia tra profitto economico e bisogno di protezione e di valorizzazione.
La città possiede un legame con il vicino nucleo fondativo di epoca romana, oggetto di studio di una vita da parte dell’archeologa romana Margherita Cancellieri e del suo gruppo di ricerca. Tale vicinanza con l’area romana apre una serie di interrogativi e ipotesi, dove il primo testo da considerare è quello dell’architettura e dello scavo archeologico: come sono vissute insieme le due città? Quali i loro rapporti?
E’ proprio questa vicinanza che ci permette di riflettere su un nuovo sistema territoriale che possiamo chiamare integrato e che suggerisce un’interpretazione innovativa del contesto.
Una città, molte città
Priverno si candida a essere un caso studio per partire dalla sua forma e dal rapporto con la morfologia del territorio per conoscere e decodificare le vicine realtà. Questo non solo per la buona ‘tenuta’ della città nel tempo, ma anche per le molte città che sono racchiuse in essa.
La cittadina medievale, con le sue mura e le torri, ci parla di un rapporto continuo con il paesaggio e le città vicine che, proprio dalla vista che si gode dalle mura, possono essere identificate da alcune emergenze architettoniche uniche e inconfondibili che creano un rapporto di relazione storica e di morfologia.
Il nucleo di rappresentanza della città è la piazza del Comune, quello che chiamo il salotto urbano dei Monti Lepini. E’ un salotto per la sua dimensione a misura umana, dove la monumentalità si stempera nello spazio urbano grazie a un disegno prima consapevole e poi frutto delle trasformazioni che raccontano la stratificazione temporale del luogo.
L’analisi della città ci permette di porre delle domande al luogo e di scoprire come dietro agli archi e agli impaginati di alcuni palazzi seicenteschi si celino i nuclei abitativi originali del medioevo, che oggi ci appaiono irregolari per le trasformazioni recenti e poco leggibili per l’uso di un moderno intonaco cementizio.
Un altro nucleo di interesse è quello nella parte più alta della città, nei pressi di piazza Santa Chiara. Qui si attestano i maggiori palazzi signorili della città, risalenti al ‘600, suggerendo una trasformazione cittadina guidata dalle famiglie dei notabili, con l’opera di architetti il cui nome è ancora sconosciuto.
La qualità architettonica
La Passeggiata fuori porta a Priverno ha permesso di riflettere sulla qualità architettonica. In prima istanza è necessario riconoscere le peculiarità della città, inserendole all’interno di una griglia storica che permette di identificare i rapporti e le relazioni tra le parti.
Quello che risulta essere fondamentale è, all’interno di questo delicato complesso conoscitivo, la consapevolezza di ciò che possiamo definire come qualità architettonica. Essa risponde alle nostre esigenze del quotidiano, al bisogno di un riparo dalla pioggia, alla necessità di una sosta all’ombra in una giornata assolata, all’opportunità di un sistema di servizi (dalla mobilità alla raccolta dei rifiuti, ai cestini disseminati lungo le vie), alla presenza dell’acqua come fonte di vita e di ristoro.
Tutto questo si unisce al decoro urbano, che parte dalla buona manutenzione degli spazi cittadini per arrivare sino al riconoscimento del valore di ogni singolo edificio, che concorre a creare un sistema che parla della nostra storia e della Storia del nostro paese.
Priverno racchiude in sé tutte le potenzialità e molte altre prospettive di analisi, di ricerca e di uso, con una concreta ricaduta sul quotidiano, da poter diventare un testo significativo che ci parla di questo complesso ma fondamentale tema che è appunto la qualità.
Un parametro difficilmente misurabile quanto facilmente percepibile da tutti noi.
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Diario di una Passeggiata: Priverno
di Laura Ragazzi –
Priverno: Passeggiate fuori porta ovvero il piacere della scoperta che può essere rivitalizzato partendo proprio dal piacere di camminare in antichi borghi e nel fermarsi ad osservare incuriositi il contesto urbano che ti circonda, nel procedere e ascoltare chi con tanto entusiasmo e competenza ti racconta e ti svela i segreti di questa città dalle antiche origini romane.
Farsi condurre in modo sapiente per le strade, i vicoli e nei cortili di questa città la cui lettura può essere svolta in modo orizzontale, strato dopo strato come fanno scientificamente gli archeologi, partendo dalle fondamenta dei manufatti per conoscere la storia dell’uso e della fruizione che l’uomo ha fatto del proprio contesto urbano, pieni e vuoti in un susseguirsi di spazi che nel tempo sono stati fruiti in modo diverso ma la cui memoria storica si può identificare in tanti particolari architettonici, morfologici, urbanistici che solo l’occhio esperto può identificare, annotare e diffondere a chi partecipa a queste Passeggiate condivise.
Nonostante l’azione dell’uomo sia intervenuta sulle facciate storiche degli edifici ad indicare il loro diverso utilizzo fino ad inserire superfetazioni ed interventi che nulla hanno a che vedere con il valore storico dell’opera, apportando un degrado non solo visivo ma anche strutturale, è ancora possibile leggere orizzontalmente diverse tecniche costruttive che hanno caratterizzato i diversi periodi storici.
La presenza dei Monti Lepini caratterizza la particolare morfologia dell’insediamento più antico ed il suo sviluppo urbanistico, ciò è reso ulteriormente evidente da una lettura verticale dei manufatti edilizi e dei suoi elementi architettonici. Ed ecco che archi, cornici alle finestre dalle più semplici alle più decorate, bifore, colonnine, rosoni, particolari decori in pietra che richiamano teste di animali, ci parlano di una Priverno signorile, mai infeudata, che si schiude ai suoi visitatori nel centro pulsante del potere secolare e temporale piazza del Comune dove la cattedrale di Santa Maria Annunziata con la sua ampia scalinata, quasi ad innalzarla in senso mistico verso il cielo, dialoga in antitesi con il Palazzo del Comune dalla struttura possente e ben radicata sul terreno, quasi a codificarne il ruolo e la funzione in una sinfonia di archetipi e di simbolismi uniti tra loro a formare una quinta di teatro.
Di fronte a loro sorge il Museo Archeologico un piccolo gioiello da valorizzare ancora di più in itinerari culturali più ampi. Dai reperti archeologici conservati, dal curato e ricercato allestimento museografico, dai particolari dell’edificio recentemente restaurato – da sottolineare i soffitti in legno sapientemente decorati all’inizio del secolo scorso – tutto ci racconta dell’attaccamento e dell’orgoglio degli abitanti e amministratori della città di Priverno nel conservare la propria identità storica.
La Passeggiata è proseguita nella direzione delle due chiese di San Benedetto e di San Giovanni i cui affreschi medievali ci riportano a respirare l’aria benedettiana e francescana degli antichi conventi.
Infine i palazzi signorili, quello con lo splendido giardino della famiglia Tacconi e quello della famiglia Zaccaleoni caratterizzato dalle grottesche, elementi decorativi presenti nella città e che oggi sembrano decontestualizzati.
Partecipare alla Passeggiata fuori porta di Priverno è stato non solo scoprire le qualità di una città con preziosi elementi architettonici, addentrarsi all’interno di un contesto poco noto ma soprattutto far parte di un processo conoscitivo di lettura urbana che ha investito in prima persona i cittadini che, numerosi e attenti, hanno contribuito con questa esperienza a un tassello del processo di valorizzazione che in questo caso è declinata nel senso della partecipazione.
Fotografie di Emma Tagliacollo