I sindacati inglesi: un tetto alle retribuzioni dei dirigenti
a cura della Redazione di lib21 –
Lo scorso 26 marzo, il Trades Union Congress ha approvato delle nuove linee guida (Trade Union Voting and Engagement Guidelines) per disciplinare e orientare la partecipazione dei sindacati alla governance delle grandi imprese tramite i fondi pensioni che detengono quote rilevanti di azioni. Al centro dell’attenzione vi è anche il problema delle retribuzioni dei dirigenti su cui, in Gran Bretagna, gli azionisti possono dire la loro
Qual è l’ampiezza del divario fra lo stipendio degli amministratori delegati e quello dei lavoratori che una società razionale può accettare? La settimana scorsa il movimento operaio britannico ha dato una risposta: nessuna grande impresa dovrebbe pagare i suoi top manager più di venti volte di quanto paga i suoi lavoratori.
Da questo momento in poi, ha annunciato il Trades Union Congress (la confederazione che unisce i sindacati inglesi), i principali sindacati britannici utilizzeranno le quote che i loro fondi pensioni detengono nelle grandi imprese del Regno Unito e che attualmente ammontano a più di 1,5 miliardi di dollari per votare contro ogni progetto di retribuzione che superi questo rapporto di venti a uno.
“Useremo il potere dei nostri fondi pensione”, proclama il segretario generale del Trades Union Congress Frances O’Grady, “per ottenere un cambiamento”.
Nel Regno Unito, a partire dalla fine di quest’anno, i consigli di amministrazione delle società per azioni dovranno ottenere l’approvazione degli azionisti per i piani di remunerazione dei loro dirigenti.
I sindacati britannici applicheranno il rapporto 20:1 in primo luogo al divario fra la retribuzione dei dirigenti e quella del lavoratore medio o di quello mediano. Sperano, alla fine, di applicare il rapporto al divario che divide i top manager dai lavoratori meno pagati delle loro aziende.
Il Trades Union Congress, la federazione nazionale del lavoro inglese, formula questa impostazione in nuove linee guida molto dettagliate che governeranno il modo in cui i sindacati utilizzeranno i loro pacchetti azionari per votare – su qualunque cosa, dai compensi dei dirigenti alle modalità di assunzione – nelle 350 imprese maggiori.
“In quanto investitori sindacali”, affermano le nuove linee guida, “supportiamo la creazione di una società più equa e siamo impegnati a tenere conto dell’impatto delle retribuzioni dei dirigenti sotto il profilo di un incremento della disuguaglianza“.
Tratto da Too Much