di Cinzia Fortuzzi –
Il Museo archeologico di Ancona: un gioiello misconosciuto
Il Museo si trova nell’antico palazzo di San Pellegrino sul Guasco fatto costruire dal conte Angelo Girolamo Ferretti della famiglia del Guasco sull’omonimo colle. L’edificio costruito nel sedicesimo secolo su disegni del Sangallo il Giovane, fu ampliato nel 1759 con l’intervento di Luigi Vanvitelli. Danneggiato dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale, fu poi acquistato e restaurato dallo Stato nel 1958 e adibito a Museo. http://www.archeomarche.it/Museoanc.htm
Il Conte spese nel Palazzo “più che ci havesse fatto fabricare due castelli” e ciò può dare l’idea della potenza economica della famiglia e della imponenza e della magnificenza del Palazzo.
Il Museo raccoglie i reperti archeologici trovati nelle Marche che vanno dalle prime frecce litiche del paleolitico, ai reperti piceni del neolitico, dell’eneolitico e dell’età del bronzo. Viene quindi offerto un panorama sulla ricca e opulenta civiltà picena completo, tanto da fare invidia al Museo delle antichità egizie di Torino o a quello del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma. Dato, inoltre, che i Piceni intrattenevano traffici commerciali con i paesi dell’entroterra, o con i paesi del Mediterraneo e per questo motivo, si possono trovare nel Museo anche ritrovamenti archeologici egizi o celti.
Se siete fortunati, sarete accompagnati nella visita da uno dei custodi eruditi ed con il gusto dell’ironia che vi faranno apprezzare a pieno le meraviglie racchiuse nel Museo. Contribuiscono al godimento delle sale, già belle di per sé, la disposizione dei reperti nelle bacheche, curata nei minimi particolari e un panorama meraviglioso che si gode dalle finestre che affacciano sul porto di Ancona.
Come sempre ci si affida alla buona volontà dei dipendenti statali!
Purtroppo il Museo versa in difficoltà, come sempre più spesso accade, per la mancanza di fondi. Il personale con la consueta buona volontà contribuisce come può: ha cambiato il giorno di chiusura, lasciando aperto il lunedì per favorire i visitatori che arrivano in Ancona con le crociere, si offre spesso per il prolungamento dell’orario, si incarica di spolverare le vetrine o di sistemare piccoli guasti. Purtroppo però la concorrenza dei centri commerciali e delle televisioni è sleale, anche se il costo del biglietto è di appena 4 euro (per le scuole è gratuito).
Invece di concentrare le risorse, vengono disperse
Il Museo ha sofferto anche della privazione del famoso gruppo dei Bronzi dorati di Cartoceto, che per legge avrebbero dovuto confluire nel Museo e invece sono andati a finire a Pergola dove è stato costruito un polo museale apposito, con un inopportuno spreco di fondi.
Ultimamente sono stati assunti degli archeologi ma come custodi; mentre per effettuare le visite guidate viene pagata una cooperativa esterna, che, tra l’altro mantiene un poco fornito bookshop i cui introiti vanno alla cooperativa e non al Museo (in assenza del personale della cooperativa sono sempre i custodi ad occuparsi delle vendite).
Ora la domanda “sorge spontanea” perché invece di convogliare le risorse verso questo splendido Museo le si disperdono in improbabili altri Musei o in altrettanto improbabili esternalizzazioni? Il paragone con gli Stati Uniti segue subito, in America con pochissimi reperti riescono ad organizzare dei musei meravigliosi qui si cerca di affossare tutto quello che il mondo ci invidia!